Claudia Valeriani fa tappa a Sassari mercoledì 5 novembre
Madre di due gemelli adolescenti, un divorzio alle spalle, la cinquantenne Sara decide di mettersi in gioco e lo fa iscrivendosi a una app di incontri. Le intenzioni sono nel titolo del romanzo di Claudia Valeriani edito da Einaudi, “Niente di serio, ma vediamo”, che è anche l’opzione del tipo di relazione che Sara sceglie su Tinder. Con molta ironia, la protagonista racconta gli appuntamenti e le interazioni con gli uomini che decide di incontrare. Un gioco a tratti divertente che lascia intravedere però, insieme ai desideri, anche le mancanze e i vuoti da colmare.
Mercoledì 5 novembre, alle 18, Claudia Valeriani incontrerà i lettori nella sala conferenze di Bibanca, in viale Mancini a Sassari. Al suo fianco ci sarà Alessandro Marongiu.
L’incontro è realizzato in collaborazione con Bibanca, Festival Letterario del Monreale APS, la libreria Koinè Ubik di Sassari, Einaudi, Florgarden e i Centri odontoiatrici Massaiu.
L’autrice. Claudia Valeriani è nata a Milano nel 1965. Laureata in Filosofia, giornalista per diverse testate, negli ultimi dieci anni è stata vicedirettrice di «Marie Claire» e di «Elle».
Il romanzo. Il primo è Jacopo, ma poi vengono Rino, Vincenzo, Ricky, Federico, Sergio, David, a bucare la routine di Sara con i loro pregi, difetti, mani, occhi, e una sfilza di messaggini che la sorprendono o la irritano. Sara passa da un incontro all’altro raccontandoci tutto con verve e ironia. Fare sesso con un tipo molto tatuato diventa ad esempio un’esperienza di realtà aumentata, «visto che appena si sdraia su di me le pantere nere e i leoni a fauci spalancate tatuati sul petto iniziano a prendere vita davanti ai miei occhi, dilatandosi a dismisura man mano che si avvicinano e restringendosi fino a sembrare piccoli e mansueti quando si allontanano, e via cosí, avanti e indietro al ritmo sempre piú incalzante delle sue flessioni, fino a crearmi un’illusione psichedelica che per fortuna mi fa distrarre con un’altra storia, fatta di giungle selvagge e teatri delle ombre, animali esotici, tigrotti della Malesia e perle di Labuan. E il tempo vola». Sara dunque gioca. Ma i giochi, si sa, sono tremendamente seri. E la giostra, che lei all’inizio immagina come una tranquilla ruota panoramica, si rivela una montagna russa da cui non riesce piú a scendere. Il racconto degli appuntamenti diverte e spiazza sempre, grazie alla scrittura scoppiettante, vorticosa, eppure si percepisce in sottofondo una nota amara, il desiderio di colmare un vuoto indefinito. Tra le righe si snoda un’avventura sussurrata che è tutta interiore e che fa emergere una donna molto contemporanea, viva, piena di contraddizioni. La sua è una storia ancora da decifrare, fatta di desideri e mancanze. Perché in questo romanzo c’è molto, molto di piú di quello che appare.

Il festival Éntula è organizzato dall’associazione culturale Lìberos con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della Fondazione di Sardegna.



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