Mercoledì 9 luglio, Beppe Severgnini sarà a Valledoria

Mercoledì 9 luglio, Beppe Severgnini sarà a Valledoria

Mercoledì 9 luglio alle 19, Beppe Severgnini presenterà all’Imbarcadero Foce del Cogninas di Valledoria il suo nuovo libro “Socrate, Agata e il futuro” (Rizzoli) per la rassegna “Scrittori a piede Lìberos”.

Con l’autore dialogherà Gianni Garrucciu a cui si uniranno gli interventi delle ragazze del Servizio civile universale 

«Bisogna indossare con eleganza la propria età. Qualunque età. Ma, nella terza parte della vita, occorre massima attenzione»: ne è convinto Beppe Severgnini, che lo asserisce nel suo nuovo libro “Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia”, edito da Rizzoli. Ma cosa si dovrebbe fare per invecchiare con dignità e prepararsi al congedo? L’autore ce lo spiega con l’aiuto di una nipotina, Agata, che porta «gioia, disordine e lungimiranza».

Mercoledì 9 luglio alle 19, l’autore presenterà l’opera all’Imbarcadero Foce del Coghinas di Valledoria in conversazione con Gianni Garrucciu. La serata sarà arricchita dagli interventi delle ragazze del Servizio civile universale.

L’evento è organizzato da Lìberos con il contributo del Comune di Valledoria e in collaborazione con la Scuola civica di musica Doria e la libreria Koinè Ubik di Sassari.

L’opera. La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili. 

Nato a Crema, Beppe Severgnini è editorialista del “Corriere della Sera” dal 1995. Ha creato il forum “Italians” e diretto il settimanale “7”. Opinion writer per “The New York Times” dal 2013, è stato corrispondente in Italia per “The Economist” (1996-2003). È autore di molti bestseller: il primo è “Inglesi” (1990), il più recente “Italiani si rimane” (2018). “La testa degli italiani” (2005) è stato un New York Times bestseller. Da “La vita è un viaggio” (2014) ha tratto uno spettacolo teatrale di successo.

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